sabato 30 giugno 2007

ddl Mastella: c'è chi vuole la legge sulle intercettazioni e chi no

Oggi i giornalisti scioperano per "l'attacco all'autonomia del giornalismo e al diritto di cronaca" e perché si sono accorti della "gravità del ddl Mastella sulle intercettazioni".
La legge "bavaglio" Mastella ha lo scopo è impedire che intercettazioni e atti d'indagine vengano resi pubblici, in tal modo difficilmente l'opinione pubblica verrebbe a conoscenza di ciò che i "potenti" combinano.
Notizie di rilevanza penale, politica o, in alcuni casi, senza rilevanza alcuna avrebbero vita difficile.
Il disegno di legge in questione punirebbe i giornalisti, che informano su ciò che hanno fatto personaggi indagati e non, con sanzioni e pene detentive

Il ddl Mastella non è l'unica proposta riguardo all'argomento "intercettazioni", finora sono state presentate proposte da diversi partiti quali Udeur, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, Rifondazione Comunista, UDC e verdi.
Vista la schiera di esponenti che vogliono "imbavagliare la stampa" ci si può aspettare una larga approvazione bipartisan.

Nell'ambiente politico, per ora, l'unico che si è pronunciato contrariamente al disegno di legge è stato il Ministro Di Pietro, che ha annunciato battaglia dicendo che, anche in caso di fiducia, il suo partito (Italia dei Valori) voterà contro la legge.
Questo potrebbe incrinare nuovamente i rapporti dei due ministri. Forse potremo assistere ad epiteti come quello di Mastella quando tre senatori dell'IdV non votarono un altro ddl del Ministro della Giustizia (3 ottobre 2006): "Mi sono rotto i coglioni di Di Pietro. La mia pazienza è finita".

domenica 17 giugno 2007

Carissimo Onorevole Previti...

Il 4 maggio 2006 la Corte di Cassazione ha condannato a 6 anni di reclusione, nel processo Imi-Sir, il deputato di Forza Italia Cesare Previti.
Per salvare il poco onesto Onorevole sono state varate diverse leggi, grazie alla ex-Cirielli (detta salva-Previti) non ha dovuto scontare la pena in carcere bensì ai domiciliari.

Con il cambio di governo il parlamento, con un provvedimento bi-partisan, ha approvato uno sconto di pena di 3 anni grazie al quale il deputato in questione è stato affidato in prova ai sevizi sociali.

Oltre alla condanna a sei anni, che ha subito diversi sconti, Previti è stato condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici tra i quali, ovviamente, il Parlamento.
Nonostante ciò, da più di un anno, la Giunta delle Elezioni non è riuscita a dichiararlo ineleggibile, questo anche nella speranza, dimostratasi vana, che il deputato possa riacquistare le proprie capacità elettorali.

Probabilmente il 21 giugno, l'Onorevole avvocato che comprava i giudici verrà finalmente dichiarato decaduto dalla sua carica.


Ma quant'è costato ai contribuenti, in quasi 14 mesi d'indecisione della Giunta, il deputato che non poteva entrare in Parlamento?
Quasi 300.000 euro!

Infatti il parlamentare, nonostante le sue condanne e l'impossibilità fisica di svolgere la sua funzione di deputato, ha continuato a percepire l'indennità, buona parte della diaria e altri rimborsi; questi soldi sono dei contribuenti, di chi ha eletto il deputato e di chi non l'ha fatto.
I componenti della Giunta delle Elezioni evidentemente non hanno ritenuto questo un problema, in quanto i soldi non sono loro quindi non gliene importa se vengono sprecati per pagare un pregiudicato.

Cosa succederà quando Previti non sarà più deputato?
Certamente non morirà di fame, in quanto gli spetterà l'assegno vitalizio quindi sarà mantenuto a vita dai contribuenti.