domenica 8 luglio 2007

Dossier Sismi: la scomparsa dei fatti

La vicenda dei dossier illegali del Sismi è stata inizialmente snobbata da molti media, come la maggior parte dei TG nazionali, alcuni non ne hanno ancora parlato, altri, come il TG5, hanno aspettato le dichiarazioni di Berlusconi e Pollari in loro difesa.

Ora è battaglia politica e mediatica, infatti nei telegiornali si vedono rimbalzare dichiarazioni di politici di maggioranza e opposizione, ma poco si sente parlare dei fatti.
La vicenda presenta aspetti molto gravi, un vero attacco alla democrazia, durante il governo Berlusconi, i servizi segreti hanno raccolto informazioni su circa 250 tra magistrati (tra cui quelli che indagavano su Berlusconi, compreso lo spagnolo Garzon) politici dell'allora opposizione, giornalisti e alti funzionari militari.

Molti sembrano non considerare la vicenda grave.
La gravità secondo Cossiga sta nel fatto che il CSM abbia denunciato pubblicamente l'accaduto, insomma, per l'ex capo di Stato, è grave che si sappia, non che sia accaduto.
L'ex premier Berlusconi ha detto di non aver mai fatto schedare nessuno, di non essere al corrente dell'operato del "dottor" Pio Pompa, nonostante non ne sappia nulla garantisce comunque che questo non era affatto illecito.

Il segretario dei DS Fassino parla di responsabilità oggettiva di un premier per quanto accaduto durante il suo governo. Cicchitto (FI) non risponde nel merito, definisce Fassino "stalinista" per aver attacato Berlusconi.

Brutti (DS, vicepresidente Copaco) rende noto che, tra la documentazione sequestrata dallìarchivio di via Nazionale, ci sarebbe un fax di Pio Pompa a Berlusconi con cui si poneva ai suoi servizi.

Cicchitto chiede come Brutti sia venuto a conoscenza del fax, visto che non può negare l'esistenza del documento e visto che non può più sostenere la totale estraneità del leader di Forza Italia preferisce ribadire la gravità del fatto che l'opinione pubblica possa venire a conoscenza di tali vicende.
Per Alfredo Mantovano (An) la responsabilità oggettiva appartiene ad Amato, il quale dovrebbe dimettersi.
Schifani (Fi) risponde a Fassino snobbando l'argomento richiamandolo alle sue responsabilità politiche nella vicenda Unipol.

Scontro aperto anche per la possibilità di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta. Per la Cdl è sufficiente chiamare in causa il Copaco, presieduto dal forzista Scajola.
Italia dei Valori e Udeur d'accordo per la commissione, ma per il partito di Mastella deve essere presieduta da un esponente del centrodestra, Casini (Udc).
Fassino ritiene necessaria la commissione solo nel caso in cui non sia esaudiente la risposta del Copaco.

Il premier Prodi non si sbilancia, chiede solo "verità e chiarezza".
La verità auspicata dal presidente del consiglio, difficilmente verrà a galla, i media prendono in considerazione ormai solo l'attuale diatriba politica, senza spiegare all'opinione pubblica quale sarebbe stato l'operato del Sismi.

Molti però penseranno che sia perfettamente lecito voler "bonificare il palazzo" come scritto negli appunti di Pio Pompa.
Forse per qualcuno è normale che i servizi segreti creassero documenti, talvolta bufale, per screditare i magistrati che indagavano su Berlusconi, come quelli pubblicati dal senatore Lino Jannuzzi su "il Giornale".

Purtroppo il diritto ad essere informati dei cittadini sembra che sia subordinato al volere e ai privilegi dei politici che preferirebbero che certe cose non si vengano a sapere.

martedì 3 luglio 2007

Berlusconi dimentica di essere stato in TV

Ieri il leader di Forza Italia, riferendosi alla campagna elettorale delle passate elezioni politiche e ai due confornoti televisivi, ha dichiarato:
"Volevo andare in tv a raccontare cosa aveva fatto il mio governo, ma ci sono andato solo due volte e sempre con Prodi, e ho avuto un minuto e mezzo per replicare alle stronzate di Prodi".

Berlusconi, prima delle elezioni politiche del 2006, è stato protagonista di una maratona televisiva nella scorsa campagna elettorale, ha partecipato a molte trasmissoni televisive (spesso senza alcuna controparte) tra cui: Unomattina, Tempi Modetni, Matrix, Porta a Porta, Il processo di Biscardi, Otto e Mezzo, in Mezz'ora.

Durante la campagna mediatica ha dichiarato a Sky TG24:
"non mi piace andare in TV, è una cosa che odio, semplicemente la odio e se lo faccio è solo per far sapere agli italiani quello che ha fatto il governo".

I due "duelli" televisivi in cui l'ex premier si è confrontato con Prodi duravano un ora e mezza e i due contendenti avevano due minuti e mezzo per rispondere alle domande dei giornalisti (non si sa da dove salti fuori questo minuto e mezzo).

sabato 30 giugno 2007

ddl Mastella: c'è chi vuole la legge sulle intercettazioni e chi no

Oggi i giornalisti scioperano per "l'attacco all'autonomia del giornalismo e al diritto di cronaca" e perché si sono accorti della "gravità del ddl Mastella sulle intercettazioni".
La legge "bavaglio" Mastella ha lo scopo è impedire che intercettazioni e atti d'indagine vengano resi pubblici, in tal modo difficilmente l'opinione pubblica verrebbe a conoscenza di ciò che i "potenti" combinano.
Notizie di rilevanza penale, politica o, in alcuni casi, senza rilevanza alcuna avrebbero vita difficile.
Il disegno di legge in questione punirebbe i giornalisti, che informano su ciò che hanno fatto personaggi indagati e non, con sanzioni e pene detentive

Il ddl Mastella non è l'unica proposta riguardo all'argomento "intercettazioni", finora sono state presentate proposte da diversi partiti quali Udeur, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, Rifondazione Comunista, UDC e verdi.
Vista la schiera di esponenti che vogliono "imbavagliare la stampa" ci si può aspettare una larga approvazione bipartisan.

Nell'ambiente politico, per ora, l'unico che si è pronunciato contrariamente al disegno di legge è stato il Ministro Di Pietro, che ha annunciato battaglia dicendo che, anche in caso di fiducia, il suo partito (Italia dei Valori) voterà contro la legge.
Questo potrebbe incrinare nuovamente i rapporti dei due ministri. Forse potremo assistere ad epiteti come quello di Mastella quando tre senatori dell'IdV non votarono un altro ddl del Ministro della Giustizia (3 ottobre 2006): "Mi sono rotto i coglioni di Di Pietro. La mia pazienza è finita".

domenica 17 giugno 2007

Carissimo Onorevole Previti...

Il 4 maggio 2006 la Corte di Cassazione ha condannato a 6 anni di reclusione, nel processo Imi-Sir, il deputato di Forza Italia Cesare Previti.
Per salvare il poco onesto Onorevole sono state varate diverse leggi, grazie alla ex-Cirielli (detta salva-Previti) non ha dovuto scontare la pena in carcere bensì ai domiciliari.

Con il cambio di governo il parlamento, con un provvedimento bi-partisan, ha approvato uno sconto di pena di 3 anni grazie al quale il deputato in questione è stato affidato in prova ai sevizi sociali.

Oltre alla condanna a sei anni, che ha subito diversi sconti, Previti è stato condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici tra i quali, ovviamente, il Parlamento.
Nonostante ciò, da più di un anno, la Giunta delle Elezioni non è riuscita a dichiararlo ineleggibile, questo anche nella speranza, dimostratasi vana, che il deputato possa riacquistare le proprie capacità elettorali.

Probabilmente il 21 giugno, l'Onorevole avvocato che comprava i giudici verrà finalmente dichiarato decaduto dalla sua carica.


Ma quant'è costato ai contribuenti, in quasi 14 mesi d'indecisione della Giunta, il deputato che non poteva entrare in Parlamento?
Quasi 300.000 euro!

Infatti il parlamentare, nonostante le sue condanne e l'impossibilità fisica di svolgere la sua funzione di deputato, ha continuato a percepire l'indennità, buona parte della diaria e altri rimborsi; questi soldi sono dei contribuenti, di chi ha eletto il deputato e di chi non l'ha fatto.
I componenti della Giunta delle Elezioni evidentemente non hanno ritenuto questo un problema, in quanto i soldi non sono loro quindi non gliene importa se vengono sprecati per pagare un pregiudicato.

Cosa succederà quando Previti non sarà più deputato?
Certamente non morirà di fame, in quanto gli spetterà l'assegno vitalizio quindi sarà mantenuto a vita dai contribuenti.

mercoledì 30 maggio 2007

Previti: ultimi giorni da Parlamentare

Il deputato Cesare Previti (Forza Italia) è ancora parlamentare nonostante da più di un anno sia stato condannato in via definitva all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

La condanna per corruzione in atti giudiziari nel processo Imi-Sir, prevedeva 6 anni di reclusione, trasformati dalla ex-Cirielli (detta anche salva-Previti) da reclusione ad arresti domiciliari, a seguito dell'indulto la pena si è ulteriormente attenuata con lo sconto di 3 anni e quindi l'affidamento in prova ai servizi sociali.
L'onorevole Previti aveva presentato un ricorso straordinario alla cassazione, questo giudicato inamissibile.
Quindi la pena è stata nuovamente confermata dalla suprema Corte.

La giunta delle elezioni ha iniziato a discutere mesi fa dell'eventuale ineleggibilità del deputato forzista, e quindi di un eventuale decadenza.
La decisione è stata rimandata per molto tempo, supponendo che Previti possa recuperare le capacità giuridiche, in questo caso i suoi colleghi vorrebbero una possibità di reintegrare il pregiudicato.

Ora che la condanna è certamente definitiva, la Giunta potrebbe apprestarsi a decidere, i membri della maggioranza hanno dichiarato l'intenzione di voto favorevole per far decadere Previti.
Di diversa opinione l'opposizione che giudica temporanea l'interdizione perpetua (ossimoro) a cui è stato condannato Previti.
Nella discussione, tra gli altri, è intervenuto per difendere a spada tratta il corruttore, l'On. Pecorella che è anche avvocato del soggetto in questione. Come altri suoi colleghi teme che al termine dell'affidamento ai servizi sociali, in data 8 agosto 2008, Previti possa recuperare le sue capacità giuridiche.
L'On. Belisario (Italia dei Valori) ha evidenziato che nell'uncio precedente l'interdizione perpetua è rimasta nonostante l'esito positivo all'affidamento ai servizi sociali.

La relazione dell'On. Burchiellaro (Ulivo) ha ricevuto 17 intenzioni di voto favorevoli da parte dei membri della commissione appartenenti alla maggioranza, contrari gli 8 dell'opposizione.
Tra una ventina di giorni sarà convocato l'Onorevole Previti e ci sarà il voto definitivo. Nella sedutà pubblica sarà convocato anche Angelo Santori, possibile successore a Previti in quanto primo dei non eletti nella XV circoscrizone Lazio 1.

sabato 5 maggio 2007

I maestri del falso: Studio Aperto

Per molti definire Studio Aperto un telegiornale è già una cosa eccessiva, gli argomenti principali sono il tempo, il gossip, Cogne e i convegni di Forza Italia.

Benché io non provi stima per quel telegiornale, mi capita di vederlo, e rimango basito dal modo poco professionale, spesso addiritura distorto, in cui vengono date le notizie.

Mentre ieri questi "giornalisti" avevano condannato "l'assassino romeno" nonostante non ci siano ancora prove certe della sua colpevolezza, oggi, per quelli del TG di Italia1, una bambina di 5 anni è stata uccisa per errore da una rissa tra adulti.

La notizia reale è: dopo una rissa scoppiata, davanti ad un bar, tra due polacchi e due italiani, uno di questi ultimi è andato nella casa di un amico degli stranieri in questione, ha sparato due colpi ed ha ucciso Karolina, una bambina polacca di 5 anni, mentre era in braccio al padre (estraneo alla lite).
L'omicida, Alessandro Riccardi, 32 anni, si è costituito ai Carabinieri nella notte ed ora è in stato di fermo con l'accusa di porto abusivo di armi da guerra e omicidio.

Per conoscere i fatti in maniera più completa si può consultare la notizia riportata dall'Ansa:
SPARATORIA DOPO LITE NEL NAPOLETANO: UCCISA BAMBINA POLACCA


Diversa dai fatti è l'opinione dei "giornalisti" di Studio Aperto. In collegamento telefonico Bruna Varriale dichiara:
"Karolina, 5 anni, è stata uccisa per errore.
Futili motivi sarebbero alll'origine di una rissa scoppiata davanti a questo bar.
Una lite che non è finita lì; Alessandro Riccardi, 32 anni, ha preso la pistola ed è andato a casa del papà della bimba, che secondo gli inquirenti avrebbe partecipato alla baruffa.
L'uomo ha sparato dentro casa. Un proiettile ha raggiunto Karolina al volto. Per la bambina, che era in braccio alla mamma, non c'è stato nulla da fare."

Poco dopo arriva il servizio, sempre di Bruna Varriale, questa volta con la collaborazione di Carla Chelo:
"Occhi azzurri, capelli biondi, se l'innocenza avesse una faccia sarebbe la sua.
Avrebbe compiuto 6 anni a giugno e non vedeva l'ora perché a 6 anni le dicevano sempre che si diventa grandi, si va a scuola e Karolina ha due fratelli. Aveva voglia di crescere. Del suo Paese aveva i colori, per tutto il resto era napoletana.
Era arrivata in Italia a tre anni e qui, tra i vicoli di San Paolo Belsito, in Parrocchia, dove andava con la mamma, e all'asilo aveva imparato a parlare il dialetto, è così che ogni giorno salutava la vicina.
Quando l'hanno colpita era in casa, in braccio alla sua mamma, ma neanche il posto più sicuro del mondo è servito a ripararla dalla follia dei grandi"

Per Studio Aperto non c'è stato un omicidio, bensì un errore, non c'è un assassino, bensì è colpa degli adulti che litigano.
Secondo la tesi di Italia1 la bambina era in braccio alla madre e il padre era coinvolto nella rissa con Alessandro Riccardi (secondo il TG non c'erano altre persone)

sabato 28 aprile 2007

C'è chi vuole eliminare l'accisa sui carburanti, ma solo per le province di Varese, Como e Sondrio

La scorsa settimana è stata presentata una proposta di legge, intitolata "Agevolazioni in materia di accisa sui prodotti petroliferi impiegati come carburante nelle province di Varese, Como e Sondrio".
Il deputato fautore di tale proposta è l'On. Marco Airaghi (Alleanza Nazionale), originario di Gorla Minore, in provincia di Varese.
Il motivo di tale proposta è il fatto che, vista la vicinanza con la Svizzera, molti abitanti delle suddette province si riforniscono fuoripatria dove non c'è un simile regime fiscale.
Eliminando l'accisa sui carburanti il prezzo si avvicinerebbe molto a quello svizzero.
Da diversi anni è in vigore uno sconto regionale sui carburanti per chi risiede entro 20 km dal confine.
Nel caso in cui la proposta venisse approvata, lo "sconto" verrebbe esteso e l'onere passerebbe dalla Regione allo Stato.
Si può, ovviamente, presumere che tale legge avrebbe anche l'effetto di trasferire il problema alle province confinanti, i cui residenti preferirebbero andare ad acquistare il carburante per i propri mezzi nelle province privilegiate.